lunedì 20 giugno 2011

...sempre GIACOMO BARNES

Durante la guerra civile americana, quando il
Presidente Lincoln aveva tempestivo bisogno di fondi per
condurre avanti la sua campagna, i banchieri privati colsero
l'occasione per fargli un prestito a condizione che egli
garantisse loro una concessione nazionale per l'emissione e
il prestito del denaro. Cosicché, nel 1863, venne varata una
legge, eufemisticamente chiamata "The National Bank Act",
la quale conferì a enti privati il diritto di coniare e regolare il
valore del denaro. Questa legge segnò praticamente in
favore dei capitalisti la fine del conflitto fra questi ultimi e lo
Stato - conflitto che aveva durato con varia fortuna sia
dall'inizio della Repubblica Stellata. Il Jefferson, uno dei
fondatori della Repubblica, aveva infatti avvertito invano i
suoi compatrioti, quando dichiarò una cinquantina di anni
prima:

Se il popolo americano riconoscesse alle banche private il
controllo della circolazione monetaria, le banche e gli enti che
sorgerebbero attorno a esse finirebbero per spogliare il popolo
di tutte le sue ricchezze... Spero che riusciremo a schiacciare
sul nascere l'aristocrazia degli istituti monetari, la cui
sfacciataggine comincia a sfidare il Governo e le leggi della
nostra Patria.

Nonostante ciò lo Stato perse la battaglia: e ora tutto il
mondo ne soffre le conseguenze, perché se l'America avesse
tenuto fede ai suoi ideali originali, anche i banchieri di
Londra sarebbero stati costretti a cedere. Il
organo della ‘City’, lo ammise con un articolo di fondo scritto
mentre il Presidente Lincoln si sforzava di salvare la
situazione. «Questo Governo nefasto [e cioè quello di
Lincoln]» così si leggeva nel giornale «deve essere distrutto.
Altrimenti gli Stati Uniti d'America saranno in grado di
saldare i loro debiti e non avranno necessità di contrarne
altri. Il popolo americano diventerebbe prospero oltre ogni
precedente nella storia e finirebbe per distruggere la
monarchia inglese». Purtroppo la storia ha dato invece
ragione al vecchio Meyer Amschel Rothschild, fondatore della
Times stesso,
sua casa e contemporaneo di Jefferson. «Datemi» disse
orgogliosamente «il diritto di emettere e controllare il denaro
di una nazione, e m'infischierò di chi detta le leggi»; e
quando Lincoln, rieletto Presidente, si accingeva a rovesciare
il noto ‘National Bank Act’, venne vigliaccamente
assassinato. L’assassinio fu attribuito a un pazzo, ma molti
dicono che egli era un sicario degli interessati.
(...)

Nessun commento:

Posta un commento