martedì 21 giugno 2011

LEON DEGRELLE

In un universo composto di mediocri e di nani, noi, animati da una passione ardente, siamo stati costruttori di popoli, consapevoli del nostro destino storico.
Non degli imbroglioni elettorali - come nella democrazia.
Non degli scribi.
Non dei parolai.
Non dei gestori di ridicoli cantoni.
Dei conquistatori, invece, siamo stati: lucidi e risoluti cavalieri che dall'alto dei loro cavalli fissavano sino all'estremità del cielo l'avvenire che si offriva loro. Guerrieri di una milizia politica e cantori di un epopea che avrebbe potuto salvare, edificare, elevare tutto, come potremmo allora noi rinnegare anche una sola parola di quel che significò la nostra fede, che ispirò la nostra vita?

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